Copia di RICORSO FAC SIMILE CONTRO INTIMAZIONE DI PAGAMENTO  - GIUDICE DI PACE 2025

08.12.2025

E' un ricorso fac simile contro una intimazione di pagamento notificata da Agenzia delle Entrate riscossione (ex EQUITALIA) ed è redatto da un Avvocato esperto avverso ricorsi contro le cartelle di pagamento e le intimazioni di pagamento che si occupa della materia da oltre 10 anni.

E' aggiornato all'anno 2025 ed alla normativa introdotta dalla riforma Cartabia ed il caso riguarda un ricorso contro una intimazione di pagamento contenente la richiesta di pagamento di una sanzione amministrativa per violazioni al Codice della Strada (autovelox, divieto di sosta, photored, ecc). 

E' un ricorso liberamente scaricabile, nella versione fac-simile limitata, che contiene eccezioni relative all'omessa notifica di atti che precedono l'intimazione, nonchè l'eccezione di intervenuta prescrizione del credito esattoriale.



ILL.MO GIUDICE DI PACE

DI ******

RICORSO EX ART. 318 C.P.C.

Nell'interesse di ******** nato a ******* (****) il ********** e residente a ****** (**) in via *******, n.** (C.F.: *******************) ed elettivamente domiciliata in ******* alla Via Lecce 2/a, presso e nello studio dell'Avv. Salvatore Ponzo (cf. PNZSVT80R18L419T) che la rappresenta e difende in virtù di mandato in calce al presente ricorso, e nel cui studio dichiara di eleggere domicilio e di voler ricevere la comunicazioni ai seguenti recapiti: P.E.C.: salvatoreponzo@pec.it , Fax 0833625814.

-Ricorrente

CONTRO

Prefettura di ********, in persona del legale rappresentante p.t., via ***** n. **, ****(*****)- cf: *****- pec: *****

-Resistente

NONCHÈ

AGENZIA DELLE ENTRATE-RISCOSSIONE  - SEDE TERRITORIALE DI ****** via ***** 2, ***(***) – in persona del legale rappresentante pro-tempore con sede legale in Roma, Via Giuseppe Grezar, 14 - 00142 Roma - C.F. e P.I. ******** – pec:******

-Resistente

AVVERSO

l'intimazione di pagamento n. ******* notificata in data ****** per un importo complessivo pari ad euro ******** elevato da Agenzia delle Entrate-Riscossione di ******* per la parte resistente sopra specificata, che si impugna e contesta limitatamente alle somme di competenza di codesto Giudice di Pace, e pertanto, in riferimento ai crediti riportati dalla seguente cartella di pagamento:

Cartella di pagamento n. ***** , asseritamente notificata in data *****, avente quale ente impositore la Prefettura di ******-e relativa a sanzioni amministrative legge 689/81 art. 27 e legge 386/1990- recupero spese-maggiorazioni sanzioni amministrative, anno 2014, importo euro *********;

per un totale, oggetto di impugnazione, pari ad euro **********

Per i seguenti

MOTIVI

1.NULLITA' DELL'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO PER OMESSA NOTIFICA DEGLI ATTI PRODROMICI SOTTESI.

Dalla lettura del suddetto avviso di intimazione di pagamento n.*********, si evince come Agenzia delle entrate riscossione abbia emesso detto atto sulla base della presunta notifica della cartella esattoriale suindicata e riportata all'interno dell'atto di intimazione oggetto di impugnazione, Cartella esattoriale n. ********

Contrariamente a quanto asserito da controparte, la ricorrente non ha mai ricevuto la notifica di detto atto e nemmeno **********[…]

Nel caso di specie, pertanto, manca il presupposto legittimante la richiesta di pagamento delle somme come sopra descritta poichè l'iter della procedura di riscossione è totalmente viziato. Invero, secondo costante orientamento della giurisprudenza, […]

Tuttavia, quand'anche Agenzia delle entrate riscossione e gli enti impositori asseriscano di aver ****correttamente gli atti prodromici, occorrerà verificare la regolarità del procedimento *****.

In particolare, per quanto attiene ad Agenzia delle entrate riscossione, la stessa dovrà produrre in giudizio […], così come statuito dalla Suprema Corte; ed invero:"…l'obbligo di esibire ***** viene espressamente previsto dall'art. 26, comma 4 del DPR n. 602/73, il quale prevede […]

Gli Enti impositori, a loro volta, dovranno esibire […]

Pertanto, si chiede sin da ora che Agenzia delle entrate riscossione e gli enti impositori vogliano produrre tali atti.

2.NULLITA' DELLA PRETESA CREDITORIA PER  ******

La pretesa creditoria fa riferimento ad atti risalenti anno 2014 per sanzioni amministrative legge 689/81 art. 27 e legge 386/1990.

Nel caso di specie, come evidenziato in premessa, è di palmare evidenza che fra le singole cartelle e l'intimazione di pagamento sia ******* decisamente superiore a […]

Pertanto, si eccepisce comunque l'*********** del credito stante il notevole **** sino ad oggi e stante la ****di atti *****.

Quanto alla ********, il termine per riscuotere i crediti a seguito della notifica della cartella esattoriale e di qualsiasi altro atto amministrativo di natura accertativa, non può che ritenersi […], con la conseguenza che […] e ciò anche alla luce delle recenti statuizioni da parte della Suprema Corte ed in particolare Cassazione Civile Ord. […] che rifacendosi all'Ordinanza n. […], riprendendo il principio di cui alla sentenza delle Sezioni Unite n[…], ha, poi, precisato che […]

La ratio di questa interpretazione si fonda nel principio, anch' esso ribadito in precedenti interventi della Suprema Corte […]secondo cui il […]

Nello specifico, la prescrizione è […]

La prescrizione […] è giustificata da un ragionevole principio di equità che vuole che il debitore venga sottratto all'obbligo di corrispondere quanto dovrebbe per prestazioni già scadute tutte le volte che queste non siano state tempestivamente richieste dal creditore, in virtù di atti amministrativi tributari come avvisi, cartelle e intimazioni di pagamento, che gli siano stati notificati da oltre [….] Ma anche dal rispetto del diritto di difesa ex art. […] non potendosi "lasciare il contribuente assoggettato all'azione esecutiva del fisco per un tempo indeterminato ..." in quanto l'arco temporale di potenziale riscossione del credito erariale non può e non deve apparire "certamente eccessivo e irragionevole, stante la incostituzionalità della durata decennale dell'azione accertatrice dell'Agenzia delle Entrate" […]

Quanto alla decadenza, come noto […]

Nel caso che occupa l'ente impositore è comunque decaduto poiché […]

In definitiva appare chiaro come […]

3. NULLITA' DELL'ATTO DI INTIMAZIONE PER […]

**********

4.IN VIA SUBORDINATA: NULLITA' DELL'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO E DELLA PRETESA CREDITORIA PER […]

*********

****

ISTANZA DI SOSPENSIONE

Sussistono, inoltre, gravi motivi per chiedere la sospensione dell'esecuzione per i motivi in diritto e in merito che di seguito si propongono.

Al riguardo si sottolinea che certamente ricorre il presupposto del fumus boni iuris, essendo […]

Certamente ricorre, inoltre, l'ulteriore presupposto del periculum in mora, stante il fatto che, […]

A tali fini si riporta come secondo consolidata giurisprudenza, il periculum in mora possa essere ravvisato […]

Un'eventuale azione esecutiva a carico del ricorrente […]

Da ultimo, relativamente all'istanza di sospensione, l'odierno opponente chiede che […]

****

Tutto ciò premesso, il ricorrente sig.*****, come sopra rappresentato, difeso e domiciliato

RICORRE

All'Ill.mo Giudice di Pace di ****, affinchè fissi con decreto l'udienza di comparizione delle parti, ai sensi dell'art. ******** 2, c.p.c. e assegni il termine per la costituzione delle parti resistenti, con l'avvertimento di costituirsi in giudizio non oltre ********nelle forme stabilite dall'art.*****,********pena le decadenze di cui agli artt. **, ******* undecies co.3 e 4, codice di rito, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al Tribunale, fatta eccezione per i casi ******o da leggi speciali, che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può ******** per ivi sentire accogliere, respinta ogni diversa istanza, deduzione ed eccezione, le seguenti

CONCLUSIONI

PRELIMINARMENTE:

-[…]

NEL MERITO:

IN VIA PRINCIPALE:

[…]

IN VIA SUBORDINATA

[…]

AD OGNI MODO:

[…]

Salvis Iuribus.

Allegati:

[…]

Si dichiara che il valore della causa è pari ad euro […]e sarà soggetta al pagamento del contributo unificato nella misura di euro […]

Con Osservanza,

Luogo e data

Avv. Salvatore Ponzo


N.B. - il presente ricorso fac-simile rappresenta un esempio di ricorso non definitivo (e che pertanto necessita di essere debitamente completato) avverso un' intimazione di pagamento notificata da parte di Agenzia Entrate Riscossione di competenza del Giudice di Pace.

Per ulteriori dettagli si rimanda alla normativa di settore. Per specifiche info di dettaglio si invita ad inviare mail al sottoscritto difensore oppure compilare il form in basso.

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ECCO UN UTILE DESCRIZIONE DETTAGLIATA SULLA INTIMAZIONE DI PAGAMENTO

In questi giorni Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia, detta anche "Agente della Riscossione") sta notificando numerose intimazioni di pagamento ai contribuenti, che contengono l'ordine di pagare entro 5 giorni il debito indicato

Ma di cosa si tratta?



INDICE

1) COS'E' UNA INTIMAZIONE DI PAGAMENTO

2) COSA PUO' FARE IL CONTRIBUENTE DOPO AVER RICEVUTO L'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO?

3) L'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO PERDE VALIDITA'?

4) QUALI SONO I MOTIVI DI IMPUGNAZIONE DELL'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO?



1) COS'E' UNA INTIMAZIONE DI PAGAMENTO

L'intimazione di pagamento (detto anche "avviso di intimazione") è appunto un avviso che precede la vera e propria fase di espropriazione forzata, cioè quell'azione che ha come scopo quello di sottrarre dei beni alla disponibilità del debitore mediante il pignoramento (pignoramento del conto corrente, pignoramento del veicolo, pignoramento dell'abitazione, ecc), quindi si tratta della fase fase esecutiva finalizzata a ricavare denaro forzosamente. Un po' come dire "o paghi o ti pignoro".

L'art. 50, comma 2, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, stabilisce che l'espropriazione forzata, se non è iniziata entro un anno dalla notifica della cartella di pagamento, deve essere preceduta dalla notifica di un avviso che contiene l'intimazione ad adempiere l'obbligo risultante dal ruolo entro cinque giorni dalla data della predetta notifica.

Quindi l'intimazione di pagamento, solitamente, è stata preceduta dalla notifica di una o più cartelle esattoriali (o avvisi di addebito se materia di contributi, oppure avvisi di accertamento se materia fiscale).

2) COSA PUO' FARE IL CONTRIBUENTE DOPO AVER RICEVUTO L'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO?

a)può pagare le somme riportate nell'intimazione in un'unica soluzione.

b)può chiedere la rateizzazione (con apposita istanza) degli importi indicati (salvo precedenti decadenze di vecchie rateizzazioni).

c)può presentare ricorso contro l'intimazione di pagamento (rivolgendosi ad un'avvocato esperto nella materia)

d)può presentare un'istanza di annullamento in autotutela laddove abbia conservato le ricevute di pagamento delle cartelle esattoriali (o altri atti) contenuti all'interno dell'intimazione di pagamento.

e)può presentare un'istanza di rateizzazione (e quindi evitare procedure esecutive, espropriative, ecc) e contestualmente presentare ricorso per chiedere l'annullamento della pretesa.


3) L'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO PERDE VALIDITA'?

Da luglio 2020, la validità delle intimazioni fiscali è stata estesa da 180 giorni a un anno, uniformando la durata a quella delle cartelle esattoriali.

Ciò significa che se, nell'annosuccessivo alla sua notifica, non viene eseguita alcuna azione di pignoramento, l'Agenzia delle Entrate Riscossione deve procedere con una nuova notifica dell'intimazione per poter procedere con l'esecuzione forzata


4) QUALI SONO I MOTIVI DI IMPUGNAZIONE DELL'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO?

Possono essere numerosi (e vari) e riguardano la mancata o errata notifica di uno o più atti (cartella esattoriale, avviso di accertamento, ecc) contenuti proprio all'interno dell'intimazione di pagamento, oppure l'avvenuto pagamento degli atti riportati nell'avviso, oppure la prescrizione o la decadenza delle somme richieste, e numerose altre eccezioni da individuarsi caso per caso.


FAQ 2 -  Ricorso contro intimazione di pagamento al Giudice di Pace - 8 DOMANDE E RISPOSTE DETTAGLIATE E SPECIFICHE SULL'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO

1. Perché ricevo un'intimazione di pagamento e cosa significa davvero questo atto?

L'intimazione di pagamento è un sollecito formale con cui Agenzia Entrate-Riscossione comunica che, se il contribuente non paga entro pochi giorni, potrà partire una procedura esecutiva. Non introduce un nuovo debito: riattiva quello già contenuto nelle cartelle o negli avvisi precedenti. È un atto che spesso arriva dopo anni dal ruolo, e la sua funzione è avvisare che la riscossione coattiva è imminente.

2. Quando conviene presentare un ricorso contro un'intimazione di pagamento?

Il ricorso è utile quando emergono vizi concreti: cartelle mai notificate, prescrizione dei crediti, importi errati, o un'intimazione redatta senza indicare chiaramente gli atti a cui si riferisce. Anche se l'intimazione è un atto "intermedio", può essere impugnata quando impedisce al contribuente di difendersi o quando contiene errori che rendono ingiustificata la pretesa esattoriale.

3. Che differenza c'è tra cartella esattoriale e intimazione, dal punto di vista legale?

La cartella è il titolo esecutivo, ossia l'atto che genera l'obbligo di pagare. L'intimazione non crea nulla di nuovo: è un avviso urgente che segnala che l'esecuzione sta per iniziare. Se la cartella è viziata, anche l'intimazione è illegittima. Se la cartella è prescritta, l'intimazione non può riattivarla. Questo è uno dei temi più frequenti nei ricorsi al Giudice di Pace.

4. Quanto tempo ho per impugnare l'intimazione e perché il termine non è sempre chiaro?

Il termine decorre dalla notifica dell'intimazione, ma nella pratica i contribuenti non trovano sempre indicazioni precise nell'atto. È prudente contestare subito (20 GIORNI), perché l'intimazione concede normalmente cinque giorni per pagare, e l'azione esecutiva può avviarsi in tempi rapidi.

5. Posso impugnare solo l'intimazione o devo contestare anche le cartelle che richiama?

Dipende dal vizio. Se la cartella non è mai stata notificata o è prescritta, la contestazione coinvolge necessariamente anche l'atto presupposto. Se invece il problema riguarda la sola intimazione (ad esempio una somma sbagliata o la mancata indicazione degli atti collegati), il ricorso può concentrarsi sull'irregolarità di questo specifico atto. Le due impugnazioni non sono in conflitto.

6. Cosa succede se non reagisco all'intimazione nei tempi indicati?

L'Agente della riscossione può procedere senza ulteriori avvisi: pignoramento del conto corrente, fermo amministrativo del veicolo, iscrizione di ipoteca o pignoramento presso terzi. L'intimazione è infatti l'ultimo passaggio prima dell'esecuzione. Per questo motivo molti contribuenti scelgono di impugnare l'atto subito, soprattutto quando gli importi non sono chiari o mancano le notifiche degli atti presupposti.

7. Come si dimostra che la cartella indicata nell'intimazione non è mai stata notificata?

La prova si fonda su un principio semplice: spetta all'Agente della riscossione dimostrare la regolare notifica delle cartelle. Se la relata di notifica è assente, incompleta o riferita a un indirizzo errato, l'intimazione diventa illegittima perché richiama un titolo inesistente o inefficace. Nei ricorsi al Giudice di Pace questa è una delle eccezioni più incisive.

8. Qual è la strategia difensiva più efficace quando si riceve un'intimazione dopo molti anni dalla cartella?

La prima verifica è la prescrizione: ogni tributo ha un proprio termine e molte intimazioni arrivano quando il credito è ormai estinto. La seconda verifica riguarda la notifica degli atti: se mancano, l'intera pretesa cade. Terzo passo: l'analisi degli importi, spesso gonfiati da aggi e interessi non dovuti. Una valutazione tecnica può chiarire se il ricorso è conveniente e se è possibile chiedere una sospensione urgente dell'efficacia dell'atto.



Un esempio pratico di un caso di studio risolto recentemente:

Prescrizione Cartelle Esattoriali: Una Vittoria Contro la Riscossione Illegittima

Un contribuente impugna, tramite lo studio dell'Avv. Ponzo, una intimazione di pagamento relativa a 2 cartelle di pagamento eccependo , tra l'altro, la prescrizione del credito.

Agenzia delle Entrate Riscossione, costituitasi in giudizio, ha sostenuto di aver notificato regolarmente le cartelle e i successivi atti interruttivi della prescrizione, tra cui intimazioni di pagamento e un atto di pignoramento presso terzi. Anche la Prefettura ha chiesto il rigetto dell'opposizione, senza tuttavia fornire prove documentali adeguate per dimostrare la validità delle notifiche.

Le motivazioni della sentenza

Il Giudice di Pace ha dato ragione al contribuente, basandosi su due punti fondamentali:

  1. Notifica Irregolare degli Atti Interruttivi della Prescrizione

    • La cartella del 2012 è stata contestata per difetti nella comunicazione dell'avvenuta notifica.
    • La cartella del 2015 è stata notificata a una persona diversa dal destinatario, senza prova della corretta procedura prevista dalla legge.
    • Gli atti successivi di interruzione della prescrizione non sono stati notificati con modalità conformi alla normativa vigente.
  2. Decorrenza del Termine di Prescrizione

    • Secondo l'art. 28 della Legge 689/1981, le sanzioni amministrative si prescrivono in cinque anni.
    • L'ultima notifica valida risaliva al 19 ottobre 2021, ben oltre il termine quinquennale calcolato dalla notifica iniziale del 2012.

L'esito della causa

Il Giudice ha dichiarato l'intervenuta prescrizione delle cartelle contestate e ha condannato Agenzia delle Entrate Riscossione al pagamento delle spese legali.

Un precedente importante per i contribuenti

Questa sentenza rafforza il principio secondo cui spetta all'ente della riscossione l'onere di provare la validità delle notifiche, pena la nullità della pretesa creditoria. Dimostra inoltre che la riscossione non può prescindere dal rispetto delle norme sulla notifica degli atti e sulla decorrenza della prescrizione.

Conclusione: la riscossione non è sempre legittima

Il caso sottolinea l'importanza di verificare attentamente ogni atto di riscossione ricevuto. Se sussistono irregolarità, è fondamentale agire tempestivamente per contestare eventuali vizi formali o la prescrizione del credito.

La difesa del contribuente in materia di riscossione richiede competenze specialistiche, ed è proprio grazie anche ad una strategia legale mirata che è possibile ottenutenere giustizia.

Sent. n.5614/2024,Giudice di Pace di Lecce, Avvocato Salvatore Ponzo

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Intimazione di Pagamento: Tutte le Cause di Nullità e Come Annullarla nel 2025


Intimazione di pagamento:  le cause di nullità più ricorrenti (analisi dicembre 2025)

L'intimazione di pagamento è uno degli atti più incisivi dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione, perché precede l'esecuzione forzata e rappresenta l'ultima possibilità per il contribuente di difendersi prima di subire pignoramenti, fermi amministrativi o ipoteche.
La sua validità, tuttavia, dipende dal rispetto rigoroso della normativa e della sequenza procedimentale che regola la formazione della pretesa impositiva. È per questo che la giurisprudenza – di merito e di legittimità – continua a individuare vizi che possono condurre all'annullamento dell'atto.


1. Nullità dell'intimazione per vizi degli atti presupposti

Mancata o irregolare notifica della cartella

È la causa di nullità più frequente.
L'intimazione è un atto successivo e vive solo se l'atto precedente (la cartella o l'avviso addebito) è stato regolarmente notificato.

La mancata notifica della cartella determina automaticamente la nullità dell'intimazione, perché impedisce al contribuente di conoscere il contenuto della pretesa e di difendersi in modo effettivo.
La giurisprudenza del 2023-2025 è costante nel ribadire che:

• la prova della notifica grava interamente sull'Agenzia delle Entrate-Riscossione
• stampe interne, buste prive di A/R o documenti non riconducibili alla cartella non sono prova idonea
• la notifica a familiare convivente è valida solo se accompagnata dalla raccomandata informativa

L'atto intimatorio notificato senza un valido presupposto è nullo e può essere annullato.

2. Nullità per vizi propri dell'intimazione di Pagamento

Nonostante il modello ministeriale lasci poco spazio agli errori formali, diversi aspetti possono determinare la nullità dell'atto.

Notifica inesistente o nulla

La notificazione è inesistente quando mancano elementi essenziali (ad esempio, consegna a soggetto totalmente estraneo o a indirizzo privo di alcun collegamento con il contribuente).
È nulla, ma sanabile, quando l'atto raggiunge comunque lo scopo (ad esempio quando il contribuente lo impugna).

Difetto di motivazione

L'intimazione non richiede motivazione analitica: è sufficiente il richiamo alla cartella con indicazione degli importi e degli estremi dell'atto.Non occorrono allegazioni o spiegazioni ulteriori.

Mancata allegazione della cartella

Non è causa di nullità. Il contribuente deve poter identificare la pretesa, non occorre la riproduzione integrale dell'atto originario.

Mancata sottoscrizione

La sottoscrizione non è necessaria quando l'atto proviene chiaramente dall'ufficio competente. L'intestazione è sufficiente per la riferibilità.

Mancata indicazione del responsabile del procedimento

Obbligatoria per la cartella, non per l'intimazione di pagamento.

Mancata indicazione dell'autorità competente

Non causa nullità, ma impedisce la decorrenza del termine di impugnazione. Se il contribuente ricorre comunque, il vizio è irrilevante.

3. Nullità per Prescrizione del Credito

Se il credito è prescritto, l'intimazione è illegittima.
È possibile contestare la prescrizione direttamente impugnando l'intimazione.

Termini principali

• tributi erariali: 10 anni
• sanzioni e interessi: 5 anni
• contributi previdenziali: 5 anni

La giurisprudenza ha chiarito che la mancata impugnazione della cartella non trasforma la prescrizione breve in decennale: il termine rimane quello proprio della natura del credito.

L'intimazione come atto interruttivo

Se validamente notificata, interrompe la prescrizione, anche se successivamente diventa inefficace per mancato avvio dell'esecuzione entro 180 giorni.

4. Perché la Nullità dell'Intimazione è Centrale nella Riscossione

La nullità dell'intimazione non è un tecnicismo:
• può bloccare l'esecuzione forzata
• impedisce pignoramenti, fermi e ipoteche
• consente di far valere vizi mai conosciuti prima
• riapre i termini per contestare la cartella presupposta
• evita l'aggravarsi del debito

5. Quando Conviene Impugnare l'Intimazione

I casi più frequenti in cui l'impugnazione è fondata:

• non è stata mai ricevuta la cartella presupposta
• la notifica è irregolare o manca la raccomandata informativa
• la cartella è prescritta
• l'intimazione presenta vizi di notifica
• vi sono errori sull'importo o discrepanze tra atto e ruolo
• il contribuente ha già ottenuto una sospensione giudiziale della pretesa
• vi è stato un precedente giudizio che incide sulla pretesa (annullamento, sgravio, sospensione)

In tutti questi casi è possibile ottenere l'annullamento dell'atto e, nei casi più gravi, della stessa pretesa sottostante.

6. Conclusioni

La disciplina delle intimazioni di pagamento è oggi un terreno particolarmente fertile per la tutela del contribuente, anche grazie all'evoluzione della giurisprudenza e alla forte attenzione dei giudici verso il rispetto del diritto di difesa.
Comprendere vizi, termini, regole di notifica e rapporti con gli atti presupposti significa poter impostare una strategia difensiva efficace e tempestiva.

La corretta gestione di questi atti evita pignoramenti inutili, previene errori procedurali e consente di ridurre sensibilmente l'impatto del debito fiscale.



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